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Continuano le ricerche del SBRG sul geoglifo a Kanda in Macedonia
TAG: archeoacustica, archeo-acustica, archeologia, onde elettromagnetiche, ultrasuoni, infrasuoni, Macedonia, geoglifo, Sveti Nikole, Kanda, SBRG, SB Research Group
Dopo la missione svolta a marzo 2014 (qui) in diversi luoghi sacri nel comprensorio di Sveti Nikole in Macedonia, e in base ai risultati preliminari accertati in laboratorio ancora nella scorsa primavera, il luogo di maggior interesse dal punto di vista dell’archeoacustica è risultato essere la collina di Kanda. Si ricorda che sulla collina di Kanda vi è inciso un profondo geoglifo, visibile solo da un aeromobile e non ad altezza d’uomo e neppure da nessuna delle montagne circostanti. Di conseguenza i risultati ottenuti a marzo hanno richiesto una seconda missione di approfondimento da parte del SBRG che si è svolta nel luglio 2014.
Per questa missione e per la precedente siamo profondamente grati al sindaco di Sveti Nikole, Zoran Tasev, che ci ha fornito tutto il supporto possibile per questa operazione con generosità e decisamente con lungimiranza vista l’importanza storica del sito che sta per essere riconosciuta.
Fig. 1 – Il geoglifo di Kanda come da noi fotografato durante i nostri rilievi aerei. Le due foto più in basso sono riprese con uno speciale programma per l'aumento del contrasto sulla macchina fotografica digitale
Tale geoglifo circondato da un ovale la cui asse maggiore è perfettamente orientato secondo la direttrice Nord-Sud ha una sorta di “W” rovesciata incisa al suo interno. Questa lettera sembra imitare, piuttosto che un carattere alfabetico, la disposizione della costellazione celeste di Cassiopea. Si tratta di un disegno facilmente riconoscibile e che fu anche spesso usato come simbolo della Grande Madre.
Nella mitologia Cassiopea è conosciuta come la Regina del Cielo, la Grande Madre e la madre di Andromeda che è la moglie di Perseo. Cassiopea era la mitica regina d’Etiopia che sfidò Poseidone per la sua bellezza, ma è la tradizione mitica occidentale che ha dato questo nome a questa costellazione che, ad esempio, per gli astronomi arabi possiede un nome completamente diverso.
Fig. 2 – La costellazione di Cassiopea nella sua disposizione in rapporto alla Stella Polare
Per quanto riguarda l’allineamento del geoglifo con la costellazione di Cassiopea, gruppo di stelle molto vicine al Polo Nord Celeste e che si trovano opposte alla costellazione del Grande Carro, questa è sempre visibile nel nostro emisfero, tanto che è tuttora usata per la misura del Tempo Siderale. E così facevano anche gli antichi.
Fig. 3 – Variazione stagionale nella posizione di Cassiopea al tramonto
Non dimentichiamo che il cielo ruota intorno al Polo Nord Siderale e Cassiopea appare sulla cuspide del glifo al mattino alle 4:32 tra il 20 ed il 22 luglio con l’ovale orientato esattamente tirando una retta di direzione secondo il suo asse maggiore. Secondo alcuni questa data corrisponderebbe al compleanno di Alessandro Magno ed alla sua ora di nascita nel mattino.
Tuttavia, secondo altri, il geoglifo non c’entra nulla con Alessandro Magno, ma è posto sopra una tomba più antica sopra alla quale è incisa l’immagine speculare di Cassiopea con una retta indicate una delle stelle della costellazione che corrisponderebbe alla stella di provenienza di chi vi è sepolto sotto, o comunque la stella dalla quale chi vi è sepolto sotto presumeva di provenire.
L'idea della immagine speculare di Cassiopea non è proprio esattamente corretta e va spiegata meglio. Poiché si presume chi si trova sepolto sotto la superficie doveva ascendere alle stelle di provenienza, l'immagine è stata riportata come per qualcuno che dovesse guardare il geoglifo da sotto terra in direzione del cielo.
In tal caso il disegno del geoglifo è perfettamente sovrapponibile all'immagine stellare.
Tuttavia, secondo altri ancora il simbolo all’interno dell’ovale è solo una antica runa. Per quanto riguarda l'interpretazione linguistica del glifo, va ricordato che in passato questo simbolo in Lineare B era anche associato al ciclo delle reincarnazioni ed all'eternità dell'anima.
Fig. 4 - Il misterioso simbolo in Lineare B associato all'eternità ed al ciclo delle reincarnazioni
Secondo il ricercatore Domagoj Nikolić (Rochester Institute of Technology di Dubrovnik, Croazia) ed in accordo con il prof. Aristotele Tentov (Università "St. Kiril i Metodij" di Skopje, Macedonia), nella mitologia macedone il simbolo del geoglifo rappresenta il dio Se. Se era il figlio primogenito della Grande Madre e il Dio supremo degli antichi macedoni che ha creato l'intero universo. Così, il Sommo Creatore e la Grande Madre hanno creato anche la Macedonia per poi incarnarsi nei personaggi del re e della regina di Macedonia. Questa teologia è completamente in linea con le scuole dei misteri dionisiaci a cui apparteneva Olimpia, la madre di Alessandro Magno, che è menzionata da Plutarco nel suo testo 'La vita di Alessandro'.
Comunque nessuna tra le ipotesi, sembra per ora prevalere, per cui al momento attuale possono essere ritenute tutte valide e compatibili tra loro.
Vanno lette con attenzione a questo scopo la spiegazioni dell'astroteologo e filosofo del gruppo SBRG, Domagoj Nikolić, e pubblicate come studio scientifico sugli atti di un congresso in Slovakia a dicembre 2014, che riassume i risultati preliminari delle nostre due missioni a Kanda nel 2014 (testo in inglese - qui).
La missione di luglio 2014 è durata una settimana, durante la quale per quattro giorni l’attrezzatura è stata collocata all’interno del perimetro del geoglifo alternando il personale che doveva controllarla e tenerla d’occhio giorno e notte.
L’attrezzatura principale si trovava sotto ad un gazebo posto in cima alla collina e per misurare il segnale elettromagnetico abbiamo utilizzato un’interfaccia audio digitale MOTU a otto tracce alimentata da una batteria che veniva ricaricata ogni tanto con un generatore a motore diesel.
Fig. 5 – Il nostro tecnico del suono, il filandese Heikki Savolainen, al lavoro al computer sull’interfaccia MOTU durante le registrazioni. Dietro di lui il ricercatore dalmato Domagoj Nikolić
Fig. 6 - L'interfaccia Motu con i numerosi cavi dei sensori collegati e i diffusori acustici Genelec, usate come casse monitor
Ad essa sono stati collegati otto tipi di sensori diversi, microfoni ed idrofoni, tra i quali anche il sensore 3D usato in precedenza nelle nostre ricerche ed in grado di discriminare la provenienza del segnale per essere sicuri che non fosse stato raccolto da qualche stazione militare. Le registrazioni sono state convertite dal software PRAAT in file binari e salvati su disco rigido per ulteriori analisi. I file audio derivanti da segnali elettromagnetici sono stati esaminati in studio a Helsinki da parte del tecnico del suono Heikki Savolainen. Questi dati sono stati anche forniti per uno studio autonomo all’Università “St. Kiril i Metodij” di Skopje nella persona del prof. Aristotel Tentov che ha partecipato anche lui alla missione di ricerca in qualità di osservatore.
L’aspetto del geoglifo non è assolutamente osservabile da terra, come risulta anche dall’immagine sottostante. Neppure con le ombre della sera è molto ben visibile, anche se si può intuire qualcosa.
Fig. 7 - Il geoglifo come è visibile all'altezza del suolo con le ombre della sera. La sua presenza può essere solo intuita
Fig. 8 - Ovviamente dal basso della collina non vi è modo di capire la presenza di un geoglifo sulla sua cima
Fig. 9 - Il laser verde puntato nel cielo serve a verificare l'allineamento del geoglifo con la costellazione di Cassiopea durante la notte
Il gruppo dei ricercatori che hanno eseguito l’esperimento era composto da otto persone, tre macedoni e cinque membri del SBRG di diversi paesi. Tra questi ultimi, l'attuale astroteologo e filosofo del gruppo SBRG, il dalmato Domagoj Nikolić, che ha sostituito la precedente storica e architetto che ha abbandonato il gruppo più di un anno fa e il nuovo ricercatore per le onde elettromagnetiche, il serbo Goran Marianović, ingegnere elettronico, che ha sostituito Slobodan Mizdrak che aveva guidato la precedente missione a Kanda nel marzo 2014, ma ora non più appartenente al gruppo di ricerca. Erano anche presenti per il gruppo SBRG, il coordinatore del gruppo scientifico e medico italiano, Paolo Debertolis, il tecnico del suono finlandese, Heikki Savolainen, e l'assistente scientifica britannica, Nina Earl.
Fig. 10 - Il gruppo dei ricercatori del SBRG al completo. Al centro, terzo da destra il sindaco di Sveti Nikole, Zoran Tasev
Qui sotto è visibile il segnale emesso dalla collina all’oscilloscopio come era visibile a luglio 2014, e come misurato dall’ing. Marianović. Questo segnale ha confermato la sua esistenza anche in questa nuova missione a Kanda.
Fig. 11 - In alto: il segnale elettromagnetico proveniente dal sottosuolo della collina di Kanda come rivelato sull'oscilloscopio dall'ing. Marianović. In basso: il numero delle rilevazioni effettuate alla ricerca delle eventuali differenze nel segnale elettromagnetico
Fig. 12 - L'ing. Goran Marianović (sulla sinistra) durante le rilevazioni assieme al ricercatore Domagoj Nikolić (sulla destra)
Esiste, oltre al segnale elettromagnetico, anche una vibrazione meccanica a bassa frequenza che è possibile registrare solo sulla collina e nel suo stretto circondario. Le apparecchiature utilizzate per verificare questo suono sono le stesse utilizzate tante volte dal nostro gruppo nelle precedenti ricerche e quindi si può affermare con sicurezza che sono ampiamente collaudate. Di seguito vi è il link per ascoltare questo suono/rumore che comprende un gran numero di infrasuoni e che per renderlo udibile è stato trasposto via software con il computer. Si consiglia di ascoltarlo solo se dotati di cuffie stereo ad alta fedeltà con grande quantità di bassi.
Fig. 13 - Lo svariato numero di rilevazioni di archeoacustica effettuate all'interno ed all'esterno del perimetro del geoglifo. Nella foto in basso il prof. Paolo Debertolis
L'ipotesi è che sia generato dal movimento delle acque sotterranee che abbiamo trovato in gran quantità. L’effetto su chi sta in cima alla collina è notevole, ma non sempre univoco. C’è chi si sente come carico di energia ed altri che si sentono male o diventano più nervosi. La risposta soggettiva a questi suoni a bassa frequenza/infrasuoni è pertanto molto variabile, come già appurato nelle nostre precedenti missioni e nei laboratori di neurofisiologia presso l'Università di Trieste nello studio ancora in corso su soggetti volontari (qui).
Si è anche impiegato molto tempo con il registratore digitale nei dintorni della collina del geoglifo per ricercare la direzione da dove proviene il flusso d’acqua che lo alimenta.
Sono stati eseguiti varie registrazioni per un totale di 17 posizioni analizzate.
Sembra che in tutta la zona circostante ci siano delle risorgive sfruttate a suo tempo anche nel sito archeologico di Bylazora che si trova a poca distanza. Questo ultimo era un sito che risale all’insediamento del regno di Peonia nel VII° secolo a.C., un popolo che nel III° secolo è stato assorbito dai macedoni.
Pertanto, in base ai suoi fenomeni fisici, il sito del geoglifo si può considerare come facente parte della serie dei “siti sacri” balcanici, come la collina di Visoćica (piramidi bosniache) (qui) o la collina di Magura in Serbia (qui), da noi in precedenza esaminate negli anni scorsi.
Fig. 14 - Ancora alcune immagini del geoglifo posto sulla collina di Kanda. Anche in questo caso per le riprese aeree si š utilizzato un programma per l'aumento del contrasto
Come si diceva poco sopra, a poca distanza dalla collina di Kanda vi è il sito di Bylazora per il quale abbiamo eseguito delle foto aeree in alta risoluzione, che abbiamo fornito anche al Museo Archeologico di Sveti Nikole che non aveva ancora mai fatto un’analisi di questo genere, pur curandosi degli scavi in questa sede. Il sito sembra sia stato distrutto quando gli antichi Romani hanno invaso i Balcani. I segni che la cittadella sia stata distrutta da un incendio sono più che evidenti, come le ossa delle vittime ritrovate assieme a numerose lance e frecce. Le colonne sono crollate assieme al tetto i cui coppi sono sparsi un po’ dappertutto.
Fig. 15 - Il sito di Bylazora nelle riprese aeree del SBRG. La foto più in basso è stata ripresa con il programma di aumento del contrasto, utilissimo in archeologia, presente sulla fotocamera Olympus E-5
Fig. 16 - Il sito di Bylazora come visibile dal suolo. I segni di distruzione sono sparsi ovunque. Nella foto in basso è presente sulla sinistra il ricercatore macedone Nikola Ristevski, a destra il prof. Debertolis
Anche in questo caso il sito è stato ripreso con uno speciale programma che aumenta il contrasto della macchina digitale (di proprietà Olympus) e che va benissimo proprio per i rilievi archeologici.
Visto dalla collina del geoglifo il sito di Bylazora si trova nell’immagine sottostante dietro la collina scura ricoperta da una foresta , quindi piuttosto vicino a quello del geoglifo. Secondo alcuni sotto il geoglifo potrebbe essere sepolto proprio uno degli antichi re dei Peoni. Ma non si può escludere che il sito sia molto più antico.
Fig. 17 - Sullo sfondo la collina che separa la vista tra il geoglifo e Bylazora
In ogni caso i rilievi aerei svolti anche sopra il geoglifo sono stati molto approfonditi ed in particolare con l’uso della fotografia aerea all’infrarosso. Essa ha svelato la natura artificiale della collina che va pertanto considerata ormai come un tumulo costruito per una personalità molto importante della storia, viste le sue cospicue dimensioni. Alla fotografia all’infrarosso appare evidente la differente capacità di riflessione di queste radiazioni elettromagnetiche da parte dei diversi terreni. In questo caso la differente tonalità nel colore del terreno tra la collina e lo spazio circostante indica che la collina è stata costruita con terreno di riporto estraneo a fenomeni geologici locali.
Fig. 18 - In alto: il Cessna utilizzato per i rilievi fotografici aerei. E' lo stesso modello di quello da noi utilizzato per i rilievi aerei in Bosnia e che si è sempre dimostrato molto versatile. Nella foto in basso il pilota e l'istruttore di volo con cui abbiamo collaborato per l'effettuazione delle riprese aeree
Fig. 19 - Immagini all'infrarosso della collina di Kanda. E' evidente la differente colorazione del terreno nella zona non coltivata posta a sud della collina rispetto a quella della collina stessa che ha lo stesso tipo di vegetazione
Per quanto riguarda la valutazione delle emissioni di onde elettromagnetiche da sottosuolo della collina, attraverso varie metodiche si è potuto stabilire che esiste un sorta di variazione delle stesse in corrispondenza di una particolare posizione di ascolto sulla collina. Questa variazione è compatibile con la presenza di una cavità presente all’interno della collina, presumibilmente a sole poche decine di metri sotto la superficie, quindi nel contesto artificiale del terreno. Questa ultima scoperta, già pubblicata sulla letteratura internazionale (qui), fa pertanto pensare che la collina di Kanda sia in realtà un tumulo con una camera sottostante o comunque sia stato costruito un tumulo proprio sopra ad una collina naturale aumentandone l’altezza.
Il prossimo passo della ricerca sarà confermare anche con il georadar le scoperte rilevate di recente.
Paolo Debertolis – 21 gennaio 2014
Il gruppo di ricerca interdisciplinare SBRG è estremamente grato al sindaco di Sveti Nikole, Zoran Tasev, per il sostegno in questa ricerca fin dall'inizio della stessa con grande coraggio e siamo lieti di poter contribuire alla sua grande visione della storia della Macedonia.
Un grazie di cuore a tutte le persone di Sveti Nikole che hanno lavorato per il successo di questo progetto di ricerca ed in particolare a tutto lo staff tecnico che ci ha supportato in tutti i giorni di permanenza a Kanda.
Un grazie speciale al nostro assistente scientifico e membro del team di ricerca, il ricercatore locale Nikola Ristevski, il cui lavoro negli scorsi anni è stato la nostra maggiore fonte di inspirazione per questo studio.