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Analisi archeacustica del cerchio megalitico di Poggio Rota in Toscana (Grosseto)
Natalia Tarabella**, Paolo Debertolis*, Randa Romero**, Giovanni Feo***
*Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Trieste e SBRG
**SBRG - Super Brain Research Group
*** Ricercatore indipendente
Riassunto - Il cerchio megalitico di Poggio Rota è una scoperta recente (2004) effettuata da un ricercatore italiano, Giovanni Feo, un esperto di civiltà etrusca. Gli studi poi condotti nel sito hanno coinvolto ricercatori provenienti da varie università italiane che hanno ipotizzato che i megaliti di Poggio Rota siano stati costruiti verso la metà del terzo millennio a.C. dalla Civiltà di Rinaldone (4.000-2.000 a.C.). Il cerchio megalitico di Poggia Rota è l'unico monumento di questo genere in buone condizioni esistente in Italia. Un altro cerchio megalitico è presente in Italia in Valle d'Aosta (Cromlech di San Bernardo), ma è completamente crollato. In questo studio è stato utilizzato un approccio archeoacustico simile a quello da noi usato per i cerchi megalitici da noi analizzati in Portogallo. Abbiamo testato questa struttura per vedere se fossero presenti fenomeni sonori naturali o risonanze, poiché si è capito che alcune strutture antiche sono state appositamente modellate per influenzare la mente attraverso l'uso del suono, creando uno stato alterato di coscienza. Nelle ricerche precedenti abbiamo dimostrato che esiste una relazione tra le vibrazioni meccaniche e l'attività cerebrale in alcuni antichi templi. I risultati ottenuti in questa nostra ricerca hanno dimostrato che esiste la presenza di un fenomeno di risonanza a 91Hz al centro del cerchio megalitico ottenibile dall'uso di un tamburo sciamanico. Tali risultati sono interessanti perché paragonabili a quelli trovati anche nell'ipogeo di Cividale del Friuli nel Nord-Italia e negli antichi templi nel Regno Unito e in Irlanda da altri ricercatori. È stata anche scoperta la presenza di una forte radioattività all’interno del cerchio di pietre, pericolosa per la salute (fino a 1,77 μSv / h).
Parole chiave - archeoacustica, Poggio Rota, Civiltà di Rinaldone, cerchio megalitico.
Atti del 21° Congresso Internazionale e Riunione di Esperti della Fondazione Romualdo Del Bianco “HERITAGE FOR PLANET EARTH 2019 - Heritage as a Builder of Peace", Firenze, 1-3 marzo, 2019: in stampa.
Potete trovare il testo originale in inglese della pubblicazione scientifica del SBRG qui.
Potete trovare il sito web della conferenza qui.
Il video in inglese della presentazione effettuata di fronte il pubblico il 3 marzo 2019 a Firenze è qui.
Analisi archeoacustica di un dolmen posto sul Monte Freddone in Italia
Paolo Debertolis*, Natalia Tarabella**, Lorenzo Marcuccetti**
*Dipartimento di Scienze Mediche - Università di Trieste
**Super Brain Research Group, Firenze, Italy
Riassunto — L'analisi archeoacustica di un antico sito fornisce un ulteriore metodo complementare per comprendere i siti archeologici rispetto alla metodologia archeologica tradizionale. Tale analisi, infatti, fornisce spunti utili nei casi in cui vi è poca o nessuna documentazione storica. In questi casi un approccio antropologico-medico può anche esplorare l'interazione tra la struttura e la fisiologia umana fornendo ulteriori dati alla ricerca. Nel presente studio, infatti, l’approccio ad un dolmen neolitico situato su una cima delle Alpi Apuane in Italia non ha fornito alcuna documentazione storica. Inoltre lo studio di tipo antropologico-medico è stato applicato anche ai risultati archeoacustici ottenuti in un dolmen in Portogallo e confrontati con quello sulle Alpi Apuane. In entranbi sono presenti vibrazioni provenienti dal sottosuolo che hanno l'effetto di porre l’attività cerebrale in uno stato di rilassamento. In effetti le enormi pietre del dolmen agiscono come un trasduttore che distribuisce ampiamente le potenti vibrazioni infrasoniche sia sopra che sotto la pietra posta orizzontalmente. In passato questo sito archeologico copriva un'area più vasta di quella attuale e sul lato opposto della montagna è possibile reperire ancora le pietre collassate di un altro dolmen, mentre una vicina cava fornisce la prova del dove sono state estratti i megaliti. Entrambi questi dolmen sono orientati verso l'equinozio.
Parole chiave - archeoacustica, dolmen, Alpi Apuane.
Atti del Congresso Scientifico “The 6th International Virtual Conference on Advanced Scientific Results (SCIECONF-2018)", Slovakia, Žilina, giugno 25 - 29, 2018; Volume 6, Issue 1, pag. 101-108.
Pubblicato da: EDIS - Publishing Institution of the University of Zilina, Univerzitná 1, 01026 Žilina, Slovak Republic.
ISBN: 978-80-554-1234-4 ISSN: 1339-9071
Potete trovate l'articolo originale qui.
Potete trovare l'articolo originale sul sito del congresso qui.
L'antica conoscenza del suono. Analisi archeoacustica della Piramide di Bomarzo e delle aree circostanti nel Lazio
Natalia Tarabella**, Paolo Debertolis*, Daniele Gullà**, Randa Romero**
*Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Trieste e SBRG
**Super Brain Research Group
Riassunto – Il termine "archeoacustica" non significa semplicemente lo studio del suono in contesti archeologici, ma anche lo studio di tutti i fenomeni fisici in questi siti. Utilizzando un approccio archeoacustico è possibile misurare le frequenze dei suoni naturali e dei campi magnetici dei siti archeologici e interpretare la loro possibile funzione sacra. In precedenti ricerche il nostro gruppo di ricerca (SBRG - Super Brain Research Group), un team interdisciplinare di ricercatori di vari paesi europei, ha dimostrato in alcuni antichi templi l'esistenza di una relazione tra vibrazioni meccaniche, o campi magnetici, indotti da fenomeni naturali e l’attività cerebrale. Per la Piramide di Bomarzo, un antico sito archeologico nel Lazio (Viterbo), abbiamo applicato lo stesso standard di ricerca che abbiamo già utilizzato per diversi anni. È indubbio che l'area della Piramide di Bomarzo possiede caratteristiche tipiche di siti sacri simili che abbiamo esaminato in precedenza in altri luoghi. La presenza di 14Hz quasi ovunque a diverso volume nell'area della Piramide di Bomarzo è una caratteristica che abbiamo spesso incontrato in altri siti sacri come a Sogmatar e in Göbekli Tepe nell'Anatolia Meridionale dove era anche possibile localizzare un campo magnetico simile a quello della piramide di Bomarzo.
Parole chiave – suono, archeoacustica, Bomarzo, piramide.
Atti del congresso del 20th International Conference and Assembly of the Experts of the Foundation Romualdo Del Bianco “HERITAGE FOR PLANET EARTH 2018 - One Planet, One Origin, Many Cultures, One Shared Destiny, Or None!", Firenze, 3-4 marzo 2018: in stampa.
Potete trovare l'articolo originale in lingua inglese qui.
Potete trovare il sito web della conferenza qui.
Approccio archeoacustico alla Rotunda di Bény in Slovacchia
Irén Lovász*, Paolo Debertolis**
*Istituto di Studi Artistici e Umanistici, Università KRE, Budapest, Ungheria
**Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Trieste e
Super Brain Research Group, Italia
Riassunto - Il nostro scopo è di attirare l'attenzione su un luogo sacro medievale dell'Europa centrale nel bacino dei Carpazi, dove si possono sperimentare insoliti fenomeni sonori. Concentriamo la nostra ricerca sulla "Rotunda dei 12 Apostoli" di Bény. L'insediamento apparteneva al Regno d'Ungheria per secoli durante il Medioevo ed anche ininterrottamente fino alla prima parte del XX° secolo. Ora è situato nella parte meridionale della Slovacchia. Studi recenti suggeriscono che la rotonda fu già costruita nel X-XI ° secolo, il che solleva più domande su chi lo ha costruito e per quale scopo. La caratteristica unica della Rotonda sono le 12 misteriose nicchie a volta poste all'interno della cappella. Ognuna di queste nicchie presenta una diversa risonanza, che conferiscono una sonorità unica alla voce umana e che secondo la nostra ipotesi che erano molto probabilmente accordate in questo modo di proposito. Nel 2016 e nel 2017 sono stati intrapresi studi sul campo per testare le proprietà archeoacustiche e di risonanza della “Rotunda”. Attrezzature, metodi, risultati oltre che le nostre conclusioni sono descritti in questo articolo scientifico.
Parole chiave - acustica, risonanza, Rotunda, nicchie, medievale, Europa Centrale.
Questo lavoro scientifico è stato presentato alla Conferenza Internazionale "Archaeoacoustics III”, Tomar (Portogallo), 5-8 ottobre 2017, ed è pubblicato sugli atti del congresso alle pagine 111-120 (ISBN: 978-0965625258).
L'articolo originale in lingua inglese lo trovate qui.
Il sito della conferenza "Archaeoacoustics III" lo trovate qui.
Focolare ed altare sacro a Curiceta sulle Alpi Apuane in Italia
Natalia Tarabella**, Paolo Debertolis*, Daniele Gullà**, Lorenzo Marcuccetti**
*Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Trieste e Super Brain Research Group
**Super Brain Research Group, Italia
Riassunto - Le Alpi Apuane, l'Alta Versilia e la Garfagnana fanno parte del Parco delle Alpi Apuane e sono ricche di petroglifi e reperti archeologici che sono in parte poco conosciuti e non precisamente databili. Queste aree sono state abitate sin dal periodo del Neolitico, ma il significato e la ragione delle incisioni presenti sulla pietra di questo luogo non sono chiari. Le Alpi Apuane furono scelte come dimora da gruppi di individui che lasciarono molti segni ancestrali, e solo successivamente dal cristianesimo, e che produssero molti altari sacri, troni e manufatti scolpiti nella pietra. Questa zona è pertanto come un atlante in pietra che rivela il nostro passato e le nostre radici. Il sito di Curiceta si trova all'interno di una fitta foresta di castagni, in un'area in cui le terrazze in pietra secca sono perfettamente conservate. Il primo edificio visibile lungo il sentiero, è il cosiddetto "focolare", una grande pietra piatta che sporge da terra ed è circondata da una serie di pietre allineate dove, molto probabilmente, era acceso un fuoco. Dietro la grande pietra, c'è una cavità dalla quale poteva emergere il fumo. La parte inferiore della pietra piatta presenta una sorta di "maniglia" scolpita nella roccia la sua funzione è ancora sconosciuta. Lungo un breve tratto del sentiero in salita protetto da un alto muro in pietra a secco, si trova il sacro altare in pietra. Questa struttura enigmatica ha rivelato molte sorprese durante i test eseguiti con la strumentazione elettronica. Questo altare è scolpito in un unico blocco di pietra e consiste in uno schienale e una superficie di appoggio orizzontale. Dal lato sinistro, ci sono dei piani inclinati che scendono e al di sotto di questi si trova un solco verticale. L'altare presenta la stessa maniglia scolpita trovata sul "focolare". Gli altari rupestri sono molto comuni in tutto il mondo, ad esempio in tutta l'Italia meridionale e nel Medio Oriente, ma nell'Alta Versilia questo è l'unico esempio. L'analisi archeoacustica dell'altare ha ritrovato una frequenza dominante e potente a 25 - 28Hz con un volume sonoro compreso tra i -47db e -50db. È stato anche trovato un secondo picco di infrasuoni a 15-16 Hz. Questa frequenza acustica non udibile si trova comunemente nei siti sacri, come nei templi neolitici di Malta (Tarxien e Xaghra Stone Circle). Queste stesse vibrazioni sono presenti anche in vicinanza dell'altare, ma ad un volume molto più basso. Praticamente il volume più elevato si trova proprio a livello dell'altare ed è decrescente man mano che ci si allontana da esso. In entrambi i casi, la natura più probabile di questa frequenza è il movimento di acque sotterranee. Lo stato emotivo di otto volontari in tale sede è stato analizzato utilizzando la tecnologia della telecamera a risonanza variabile (TRV). Sette su otto volontari si sono sentiti emotivamente a disagio o con un senso di sconforto. Sulla base di questi risultati, è stata formulata un'ipotesi sulla funzione del sito di Curiceta, mentre le due strutture in pietra sembrerebbero collegate. Sull'altare venivano probabilmente eseguiti dei sacrifici con il sangue che poteva scorrere fino alla base lungo tutto il lato sinistro fino al solco. Il focolare potrebbe essere stato usato per bruciare le carcasse o forse solo alcuni organi dei sacrifici.
Parole chiave: archeoacustica, Alpi Apuane, dolmen, altare, suoni a bassa frequenza, infrasuoni.
Questo lavoro scientifico è stato presentato alla Conferenza Internazionale "Archaeoacoustics III”, Tomar (Portogallo), 5-8 ottobre 2017, ed è pubblicato sugli atti del congresso alle pagine 209 - 219 (ISBN: 978-0965625258).
L'articolo originale in lingua inglese lo trovate qui.
La traduzione integrale dell'articolo in italiano la trovate qui.
Il sito della conferenza "Archaeoacoustics III" lo trovate qui.
Il video in inglese della presentazione effettuata di fronte il pubblico il 7 ottobre 2017 a Maçao è qui.
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