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Esplorazione archeoacustica del castello di Montebello (Rimini)
TAG: archeoacustica, archeo-acustica, archeologia, vibrazioni, infrasuoni, Montebello, Rimini, Azzurrina, vibrazioni, energia vibrazionale, SBRG, SB Research Group
Con il riavvio della bella stagione il gruppo SBRG ha ripreso le missioni per lo studio dei fenomeni fisici e di archeoacustica in vari siti sacri. Appare ovvio che con la pioggia o con un intenso vento non è possibile effettuare rilievi all’aperto ed anche in luoghi chiusi il rumore dell’acqua può impedire registrazioni corrette.
Stante l'attuale difficile situazione politica nei Balcani, sede privilegiata delle nostre ricerche ormai da 5 anni, abbiamo ripiegato su altri siti archeologici italiani che si sono dimostrati comunque molto interessanti. Ricordiamo che le nostre ricerche in Italia si sono estese dal Monte Amiata (Siena) all’Ipogeo di Cividale (Udine) fino all’acropoli di Alatri (Frosinone) e all’altipiano dell’Argimusco (Messina) che sono stati esaminati in maniera approfondita, senza contare una decina di altri siti nazionali interessanti che abbiamo esplorato più superficialmente.
La scelta iniziale è caduta sul castello di Montebello, sito a Montebello di Torriana (Rimini), o altrimenti conosciuto come il castello di Azzurrina, che è localizzato sopra la valle del Marecchia e dell'Uso. Esso rappresenta un interessante sito archeologico la cui memoria si perde nel tempo. Si è a conoscenza che in quella sede nel III° secolo dopo Cristo la Roma Imperiale eresse una torre di osservazione le cui vestigia sono ancora presenti all’interno dell’attuale castello.
Fig. 1 - Il castello di Montebello nel suo stato attuale
Fig. 2 - L'entrata al corpo centrale del castello rivela l'origine medievale dello stesso
Fig. 3 - Alcune immagini del cortile interno del castello
Nel Medio Evo con le successive stratificazioni di difesa divenne un vero e proprio castello la cui prima documentazione risale al XII° secolo. Infatti il castello dal 1186 diventò di proprietà della famiglia Malatesta che ne acquistò il feudo per una cifra allora elevatissima di 110 lire lucchesi in monete d’oro. Successivamente i Malatesta persero il castello nel 1462 ad opera delle truppe del papa Pio II° che nel 1464 insediò nel feudo, e quindi nel castello, i Conti Guidi di Romagna, che ne sono ancora tuttora i proprietari.
L’ipotesi di studio è che i numerosi fenomeni fisici presenti all’interno del castello siano originati dal fatto che prima del sorgere della fortezza romana e poi del castello la collina fosse un luogo sacro e come tutti i luoghi sacri non lo fosse per caso. Solo successivamente il luogo ha cambiato destinazione venendo utilizzato per motivi bellici di difesa.
Fig. 4 - Il castello domina la valle del Marecchia e dell'Uso ed il panorama dalla torre del maniero appare straordinario
Durante la notte del Solstizio del 21 giugno 2015, grazie al permesso speciale del gestore al quale siamo veramente molto grati, abbiamo posizionato le nostre attrezzature. Abbiamo scelto la notte del Solstizio in quanto, per l'appunto come in altri siti sacri (ad esempio nell’acropoli di Alatri), i fenomeni fisici appaiono influenzati nel senso dell’incremento dalla peculiare situazione astronomica.
Fig. 5 - Il suggestivo aspetto del castello e del panorama visibile da esso nella notte del 21 giugno 2015 al termine del posizionamento delle nostre attrezzature
Abbiamo esaminato varie stanze del castello più in contatto con il suolo e non siamo rimasti delusi.
Sin dall’inizio gli strumenti hanno percepito una situazione vibratoria anomala. Le basse frequenze infatti sono presenti in abbondanza ovunque ed in particolare nella torre, dove alla base è presente l’antica ghiacciaia per la conservazione del cibo e dove, si dice, sia scomparsa la figlia del comandante del castello, la famosa Azzurrina.
In questa zona è presente anche un antico pozzo ora chiuso da una pavimentazione che potrebbe aver agito da cassa di risonanza per i suoni provenienti dal sottosuolo e averci facilitato la raccolta di dati, come in altri siti sacri dove abbiamo utilizzato simili trasduttori naturali.
Fig. 6 - La zona della antica ghiacciaia per la conservazione dei cibi. Attualmente non vi è più accesso per il pubblico nel sottosuolo
Fig. 7 - La zona di posizionamento dei microfoni al di sopra di un antico pozzo ora chiuso da una pavimentazione in cotto
In particolare utilizzando il normale protocollo standard di registrazione SBRG (Standard SBSA), abbiamo ritrovato dei picchi di frequenza a 7, 14 e 23 Hz. Le ultime chiaramente percepibili anche ad orecchio. I tre picchi si alternano in volume, ma sono sempre presenti. Per quanto riguarda l’origine è possibile ipotizzare il movimento di acque sotterranee o anche movimenti di faglia. In entrambe le possibilità le vibrazioni appaiono stabili e continue.
Fig. 8 – L’analisi spettrale in diversi momenti delle vibrazioni presenti in prossimità dell’antica ghiacciaia in scala logaritmica. I tre picchi di basse frequenze appaiono in diversi momenti con volume diverso, ma sempre presenti
Di seguito un campione del suono presente nella torre nel quale la banda infrasonica è stata resa udibile trasponendo via software di circa 17Hz verso l’alto le frequenze registrate. Ovviamente per una maggior apprezzamento delle frequenze ritrovate è necessario l’utilizzo di cuffie stereo ad alta fedeltà con ampia componente di bassi e non gli altoparlantini di un computer.
I risultati più interessanti sono stati raggiunti nella cosiddetta “Stanza della cassaforte” dove negli anni scorsi il georadar ha evidenziato la presenza al centro della stanza di un oggetto circolare di circa mezzo metro di diametro un piatto o uno scudo d’oro o argento sepolto un metro e mezzo sotto la pavimentazione. In questa stanza negli anni passati sono stati riscontrati numerosi fenomeni fisici inspiegabili.
Fig. 9 - La cosiddetta "Stanza della Cassaforte" dove sono maggiormente percepibili le vibrazioni provenienti dal sottosuolo anche soggettivamente, in particolare al centro della stanza
Dall’analisi mediante l’uso della telecamera a risonanza variabile (TRV) è emersa in questa stanza una enorme quantità di vibrazioni oltre ad un campo magnetico torsionale che sembra interagire con ogni persona che si trovi al di sopra di esso (vedi fig. 11).
Fig. 10 - L'analisi vibrazionale è stata eseguita mediante telecamera a risonanza variabile (TRV)
Fig. 11 - Il campo torsionale è stato rilevato mediante il fenomeno di”scattering” rilevato dalla videocamera, ossia dalla variazione di luminescenza delle molecole di vapore acqueo determinata dall’allineamento delle stesse al campo magnetico presente
Grazie all’uso di un particolare software in grado di valorizzare le variazioni di luminosità dei pixel del sensore della videocamera è stato possibile visionare la diffusione delle vibrazioni provenienti dal sottosuolo nell’aria. Tali vibrazioni appaiono così potenti da essere percepite anche dai soggetti più sensibili con le palme delle mani, dove si trovano i corpuscoli (recettori) del Meissner.
Questi recettori si trovano infatti nello strato superficiale del derma occupando la porzione marginale della papilla dermica. Sono particolarmente numerosi nelle aree di pelle prive di peli e spesse come le estremità delle dita delle mani, le piante dei piedi, le labbra e i capezzoli. Sono deputati alla recezione del movimento fine, sensibilità tattile discriminativa e le vibrazioni a più bassa frequenza. È evidente che questi recettori sono ampiamente stimolati dalle vibrazioni presenti in questa stanza.
Fig. 12 – Questa immagine rappresenta la derivata di circa 30 frames che mostra delle aree di vibrazioni più persistenti ed intense nel tempo. Le aree colorate presentano diverse frequenze di vibrazione in cui la densità maggiore si sviluppa fino ad un metro del suolo, mostrando una maggiore inerzia percepibile dai sensori del Meissner presenti nelle palme delle mani e nella pianta dei piedi. Ciò rende ragione anche del campo torsionale visibile nell'immagine n.11
Fig. 13 - Un'immagine dei ricercatori SBRG che hanno eseguito i rilievi vibrazionali. A sinistra Paolo Debertolis ed a destra Daniele Gullà
Fig. 14 - Ancora un'immagine del mastio del castello
Si tratta comunque di risultati preliminari che andranno approfonditi ulteriormente con una prossima missione da eseguire a fine estate.
Paolo Debertolis, Daniele Gullà – 29 luglio 2015
Il gruppo di ricerca SBRG è estremamente grato alla signora Daniela Condello Tiboni che ha dedicato molto del suo tempo a spalancarci ogni angolo del castello per le nostre analisi di archeoacustica. Al contempo siamo grati ai proprietari, i Conti Guidi di Romagna, per la loro disponibilità.