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Ancora in ritardo lo scavo per valutare l’anomalia rilevata al georadar nei Tunnel di Ravne
TAG: piramidi Bosnia, piramidi bosniache, Civiltà di Visoko, piramidi, archeologia, manufatto, tomba, sepolcro, SBRG, SB Research Group
Purtroppo i coraggiosi partecipanti allo scavo nei Tunnel di Ravne sono ancora in difficoltà. L’acqua che proviene da una fonte sotterranea, deviata in superficie diverso tempo fa per mantenere costante il flusso nella fontanella posta vicina all’entrata dei tunnel, continua a mantenere nel fango i protagonisti di questa vicenda.
Grazie alle ottime capacità documentaristiche di Richard Hoyle, che partecipa allo scavo, riusciamo comunque ad avere un’idea delle difficoltà che tutto il gruppo di lavoro deve affrontare.
Fig. 1 - Alcuni volontari al lavoro, tra questi al centro Justin F. Kerby, a sinistra con il casco bianco il nostro collaboratore ungherese Rókus Ármin (Foto R.Hoyle)
Dopo aver scavato un canale in superficie che passa sopra l’ipotetica tomba o altra struttura sottostante si sta cercando di posizionare un nuovo tubo che non intralci i lavori che vorrebbero portare alla luce la struttura esponendone un lato, dentro al quale si farebbero penetrare le fibre ottiche per esplorarne l’interno.
Fig. 2 - Il lavoro per lo spostamento del tubo di drenaggio continua nel fango. Ancora al centro Justin F. Kerby e Rókus Ármin (Foto R.Hoyle)
Il tubo di drenaggio, che a questo punto passerebbe sopra la tomba per circa 50 cm, impedirebbe all’acqua di danneggiare il manufatto.
La dott.ssa Sara Acconci, che dirige lo scavo, è molto preoccupata per la possibilità che dell’acqua possa penetrare all’interno del manufatto e rovinare quanto in esso contenuto.
Fig.3 - Ancora Justin F. Kerby e Rókus Ármin al lavoro. Fanno parte della squadra scelta che collabora per riportare alla luce la struttura posta sotto il piano di calpestio dei tunnel di Ravne sotto il controllo diretto della archeologa del SBRG e della Fondazione, dott.ssa S.Acconci (Foto R.Hoyle)
Finora il terreno argilloso molto compatto ha sempre protetto la cosiddetta “anomalia” dalla filtrazione di liquidi e lo fa tuttora.
È molto importante lavorare in un ambiente asciutto per poter eseguire una stratigrafia adeguata che permetta una datazione della struttura.
Non si ha ancora, infatti, la sicurezza che si tratti proprio di una tomba, per la quale sarebbe relativamente facile datare i resti umani ritrovati in essa. Potrebbe anche trattarsi di un deposito di qualche cosa ed allora la stratigrafia diverrebbe fondamentale per capire da quanto è presente quella struttura nei tunnel.
Paolo Debertolis- 29 luglio 2011