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Nuove foto che giungono dalla nuova sezione dei tunnel di Ravne

 

 TAG: piramidi Bosnia, piramidi bosniache, Civiltà Visoko, piramidi, archeologia, Sara Acconci, SBRG, SB Research Group

L’archeologa del SB Research Group e archeologo responsabile per la Fondazione bosniaca della Piramide del Sole, ormai residente stabilmente a Visoko, dr.ssa Sara Acconci, è discesa nei giorni scorsi nella nuova sezione dei tunnel accompagnata da un archeo-speleologo italiano.
Questi coraggiosi ricercatori si sono avventurati fino a 120 metri all’interno della nuova sezione dei tunnel, ossia fino al punto in cui non era più possibile proseguire perché l’acqua raggiungeva l’altezza della gola.
Sono riusciti però a realizzare delle immagini decisamente interessanti. Vediamo di analizzarle.

Non solo hanno scoperto che il tunnel posto alla destra appare libero da detriti, ma che aspirando l’acqua è possibile proseguire oltre senza trovare altri ostacoli.

Fig. 1 - L’Aspetto molto suggestivo della nuova sezione dei tunnel di Ravne; le immagini sono molto luminose per il lampo del flash, ma va ricordato che l’intero percorso è totalmente al buio



Il team italiano del SB Research Group ha fatto una serie di fotografie molto interessanti che fanno chiaramente intravedere che esiste un canale semi-interrato posto al centro del percorso, rivestito da un materiale simile all’argilla. Ciò fa supporre che la sua costruzione serviva a scaricare l’acqua delle portate minime, esattamente come negli impianti di fognatura.

 



Fig. 2 - Ben visibile sul fondo del tunnel la canaletta che serviva a scaricare l’acqua delle portate minime



Secondo l’analisi del nostro esperto per la strumentazione, ing. Battistoni, il fatto che alcuni di questi tunnel siano ripieni d’acqua ed altri no, sta forse ad indicare che le pendenze sono in parte cambiate per le modifiche tettoniche nell’assetto del terreno nei migliaia d’anni trascorsi dalla loro costruzione. Ma è anche possibile che si sia semplicemente chiuso il drenaggio principale sottostante, ipotesi più probabile.

Fig. 3 - Una diramazione bloccata da un muretto a secco

 

Fig. 4 - Una massa di detriti che impedisce di proseguire per una diramazione del tunnel. Non si tratta di una volta crollata, ma un passaggio bloccato volutamente


I ricercatori italiani hanno anche eseguito delle fotografie con una fotocamera digitale per riprese subacquee che evidenzia la struttura del canale posto sul pavimento.


Fig. 5 - Ecco l'aspetto del tunnel sopra e sotto il pelo dell'acqua

 

Fig. 6 - Ecco l’aspetto del fondo del tunnel coperto dall’acqua con due immagini riprese sotto la superficie dell’acqua

 

Fig. 7 - Ancora due immagini subacque che fanno ben intravedere la struttura del canale per portate minime che si approfondisce al centro del tunnel

I muretti a secco in teoria dovrebbero trovarsi all’esterno delle curve, dove l’acqua tende ad erodere la parete per la velocità, ed allora la parete ha necessità di essere protetta, perchè con tutte quelle sporgenze creano vortici che rallentano la velocità e la forza dell'acqua. Invece li troviamo nella nuova sezione anche in tratti diritti. Quindi i lunghi tratti di muretti a secco che proteggono le pareti sottintendono che per questi tunnel è stata prevista un’ampia portata d’acqua, ma non è detto per un uso simil-fognatura.


Fig. 8 - Un’immagine dei muretti a secco posti a protezione delle pareti dei tunnel


In definitiva che utilità aveva questa acqua che circolava nei tunnel?
Difficile dirlo, ma proprio l’acqua sembra essere la chiave per capire il funzionamento della struttura di Ravne.

Secondo la teoria di alcuni, si ritiene che i tunnel di Ravne fungano solo da primo stadio di una specie di dinamo che utilizzando lo sfregamento dell'acqua sulle pareti delle gallerie caricherebbe di energia statica l’intera struttura. Energia che sarebbe stata poi convogliata sulla piramide.
Una specie di “power plant” ante litteram? Forse, ma in tal caso si tratterebbe di una vera e propria macchina energetica parzialmente ancora funzionante, vista la vibrazione ultrasonica e le onde radio che ancora escono dall’apice della piramide.

 



Fig. 9 - Le poco simpatiche “nuvolette”, da noi denominate SBI, che hanno talora accompagnato i nostri coraggiosi esploratori. Nelle ultime foto in basso lo stesso tratto del tunnel dopo che la SBI si era allontanata



Il nostro esperto per la strumentazione, ing. Battistoni, parte molto attiva del SB Research Group nell’analisi dei dati trasmessi dal posto dal nostro team, ha elaborato uno studio prospettico della possibile morfologia “a celle” della pianta dei tunnel di Ravne. Sebbene l’ipotesi non sia confermata totalmente dall’attuale stato delle esplorazioni, l’immagine successiva appare tuttavia piuttosto suggestiva e può fa cogliere la complessità di questa struttura.

 



Fig. 10 . Lo studio grafico dell’ing. Battistoni sulla possibile morfologia della pianta dei tunnel, come desunta dalle ultime analisi. Si tratta di un disegno ipotetico che va confermato dalle prossime esplorazioni.


Paolo Debertolis – 18 febbraio 2011

 

Si ringrazia la Fondazione Bosniaca della Piramide del Sole per l’utilizzo della loro documentazione per la compilazione di questo articolo.

 

 

 


 

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