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Risolti i problemi dell’acqua nello scavo della ipotetica tomba nei Tunnel di Ravne

TAG: piramidi Bosnia, piramidi bosniache, Civiltà di Visoko, piramidi, archeologia, manufatto, tomba, SBRG, SB Research Group

La necessità di iniziare quanto prima lo scavo per proteggere la struttura da possibili malintenzionati aveva scoperchiato un problema inaspettato in quella zona dei Tunnel di Ravne.

Chi aveva provveduto in precedenza a cercare di mantenere asciutti i tunnel aveva compiuto un errore madornale.

Aveva, infatti, posizionato le tubature di drenaggio al centro del tunnel all’incirca 30 cm dal piano di calpestio e le aveva anche bucate per favorire la raccolta del liquido. Ma nel momento in cui costruirono il canale all’interno del quale successivamente posizionare le tubature, sono anche andati a distruggere l’originale strato di argilla creato probabilmente appositamente per proteggere la struttura sottostante dall’acqua. Ricordiamo che questa struttura ha il suo margine superiore a circa 80 cm dal piano di calpestio.

 

Fig. 1 - I resti delle tubature posizionate in precedenza (foto R.Hoyle)

 

La prova abbastanza certa di questo disastro dal punto di vista archeologico è che non è stato possibile trovare una variazione negli strati stratigrafici all’interno di questo canale posto al centro dei tunnel, ma si osserva un unico strato uniforme completamente in argilla.

Una volta posizionata la tubatura hanno poi ricoperto il tutto utilizzando materiale composto da sabbia, ciottolato di diverse dimensioni e terriccio. Così facendo hanno ovviamente creato uno strato non impermeabile e, essendo le tubature bucate, nel momento in cui si è iniziato a scavare per riportare alla luce l’ipotetica sepoltura, il flusso dell’acqua non risultava più concentrato all’interno delle tubature, ma ha cominciato a disperdersi in tutta la zona circostante.

 

Fig. 2 - La situazione di diffusione dell’acqua in tutto il tratto del tunnel con produzione di fango in cui era difficile muoversi (foto R.Hoyle)

 

Alla base dello scavo eseguito per posizionare il tubo, invece, dove lo strato originale di argilla non era stato alterato, non si è osservato alcun tipo di problema perché permaneva il vallo impermeabile determinato dall’argilla rimasta in sede.

È assolutamente probabile che i costruttori che hanno aperto lo scavo per posizionare la struttura abbiano pensato anche a proteggerla dall’acqua creando uno strato molto compatto di argilla che impedisse all’acqua di rovinare quanto era contenuto all’interno della struttura.

 

Fig. 3 -  Sezione verticale del pavimento del tunnel (S.Acconci)

 

Come si può vedere  dall’immagine qui sopra (Fig. 3) l’acqua aveva la possibilità d’infilarsi solo dove l’argilla era stata asportata, ma non potendo superare questo vallo, attraverso i buchi rientrava nel tubo e da questo veniva drenata.

Per risolvere questo problema al fine di rendere asciutto il territorio di scavo, si stanno creando dei muri di cemento prima dell’inizio dello scavo e dopo di esso che incanalino tutta l’acqua che deriva dalle zone circostanti deviando il flusso direttamente all’interno delle nuove tubature. Queste ultime saranno spostate più a lato rispetto le precedenti, lasciando quindi campo libero per poter rimuovere dalla terra la struttura sottostante.

Come detto in precedenza la struttura sarà aggredita solo di lato.

 

Fig. 4 - Schema del sistema di protezione della struttura dalle acque d’infiltrazione (S.Acconci)

 

Per la prima volta si sta lavorando all’interno del tunnel in modo da poter procedere in sicurezza tenendo in considerazione anche quelle che sono le esigenze dal punto di vista archeologico. Il piano in sintesi è quello di bloccare  l’acqua costruendo muri di cemento che vadano a convogliare le acque d’infiltrazione direttamente e solo nei tubi di drenaggio.

Questi muri di cemento verranno posizionati all’interno degli strati originali di argilla. In pratica un doppio muro che formi due piccole “vasche” direttamente connesse con le tubature a distanza dalla struttura, prima e dopo di essa (vedi Fig. 4).

Verrà attuata un’ulteriore precauzione: all’interno delle pareti dello scavo si andrà ad iniettare una speciale colla che, attraverso la pressione, riempirà tutti i vuoti che permettono un parziale passaggio dell’acqua. In questo modo andremo a bloccare le possibili infiltrazioni  impedendo tutti i flussi che possano crearsi all’interno della struttura in cemento appositamente creata.

 

Fig. 5 - I lavori in corso per costruire i muretti (Foto Ajdin Ahmetspahić)

 

Momentaneamente nessun volontario ha accesso alla zona in via di risanamento, ma vi operano solo due operai della Fondazione Bosniaca della Piramide del Sole sotto l’attenta direzione dell’archeologa responsabile, Sara Acconci.

Si stima di concludere questi lavori di risanamento in 3 - 4 giorni. Poi si cerchèrà si riportare alla luce l'antica struttura sottostante.

Paolo Debertolis e Sara Acconci – 2 agosto 2011

 

 

 


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