Company Logo

SBRG logo

SBRG office

Sponsor

Congressi

Avviso ai lettori

Vermo, insediamento preistorico


 

Tag: Vermo, Istria centrale, patrimonio edilizio, archeologia, sviluppo storico, SBRG, SB Research Group

Riassunto - Il Gruppo di Ricerca SB (SBRG) ha deciso di perseguire ulteriori ricerche anche sul castelliere preistorico di Vermo, la cui necropoli possiede tre fasi di sviluppo, ci si propone anche di scoprire i segreti della posizione dell’altra "torre" di cui si parla nella concessione di sovvenzione economica (per la sua costruzione) risalente all’anno  911 d.C. Attraverso la ricerca scientifica dal punto di vista delle diverse competenze, il principale scopo non sarà solo documentarne la storia, ma soprattutto far rivivere questo paese nei suoi diversi momenti di sviluppo. Questo elaborato si propone pertanto come un inquadramento storico ed urbanistico dettagliato di questo importante sito artistico-archeologico, per la campagna di scavo del SBRG per il 2013. La campagna di scavo verterà inizialmente a concludere la ricerca sulle necropoli più antiche iniziata, ma mai terminata, a fine ‘800.

 

 La penisola istriana è una zona ricca di agglomerati urbani e rurali di notevole valore, oltre che densamente distribuiti nel territorio. I villaggi dell’Istria centrale hanno alcuni tratti comuni, come ad esempio le urbanizzazioni poste solitamente in collina, le posizioni degli ex castellieri preistorici e la costruzione d’edifici a ridosso uno all’altro condizionata dall’anello delle fortificazioni. Ma allo stesso tempo, a causa delle diverse condizioni geografiche ed economiche e in relazione al periodo di costruzione e sviluppo, ogni paese fa storia a sé, creando situazioni abbastanza dissimili tra loro.

 

 Come ogni vasto periodo di tempo, dalla preistoria ai giorni nostri, ci sono stati tutta una serie di episodi storici importanti che hanno caratterizzato il patrimonio della cultura istriana.

 Partendo dai reperti archeologici, attraverso gli oggetti etnologici, gli scritti glagolitici, gli oggetti sacri e profani, i monumenti, si arriva ad una grande ricchezza culturale, che nella sua forma estrema e semplice, racconta la storia d’uomo e lo spazio dell'entroterra della penisola. Proprio questo tesoro è conservato in minuti frammenti, molto spesso solo nei registri scritti. Purtroppo quanto è stato lasciato in sito, non è stato adeguatamente valorizzato nel tempo per permettere un maggiore apprezzamento, ma ora ognuno si rende conto che l'Istria possiede un tesoro culturale inestimabile.

 

 Le conseguenza del ciclo chiuso di produzione alimentare e un alto grado d’autosufficienza, che rappresentavano le condizioni di base per la sopravvivenza, erano in origine la struttura caratterizzante dell’insediamento sin dalle origini. Questa struttura economico-sociale si è determinata in una situazione in cui era ridotta l'energia disponibile a tale livello in quanto poteva essere prodotta solo sul posto con mezzi primitivi. Questa struttura organica è evidente a tutti i livelli d’organizzazione, dalla zona più ampia alla più compatta struttura d'insediamento, fino all'organizzazione funzionale delle case, ed anche le strutture della parete o del marciapiede.

 

 Vermo è uno dei più tipici villaggi istriani disposti su una collina, la cui continuità nella crescita naturale si può seguire perfettamente dalla preistoria ad oggi. È anche l'ultimo di una serie d’insediamenti lungo la baia di Leme. Proprio nel caso di Vermo e raggiunto un notevole equilibrio tra l’insediamento (patrimonio architettonico) e il paesaggio circostante (patrimonio naturale). Per secoli, i residenti locali utilizzarono nel migliore dei modi questa diversità d’elevazione sul terreno, il tipo di suolo e le ottime condizioni climatiche.

 

 

Figura 1    Insediamento Vermo - vista dal cielo

 

 

 La prima menzione di Vermo si trova nel 911 d.C. nella concessione del re Berengario, ma tracce della sua esistenza vi sono anche ben prima di Cristo, con un’origine che risale e data almeno al secolo VIII a.C. Si può affermare questo in quanto esiste un studio scientifico molto dettagliato e una relativa analisi dei reperti ritrovati basata sulle ricerche archeologiche condotte alla fine del XIX° secolo. Ma anche altri importanti eventi storici hanno lasciato la traccia sull'aspetto del villaggio, oltre alla fortificazione medievale, il presbiterio gotico del nuovo edificio sacro e la conformazione stessa dello schema stradale. La conoscenza dei fatti storici è accessibile al pubblico solo in frammenti e principalmente grazie a ricerca sugli affreschi, sicuramente più conosciuti in Istria (dipinto nel 1474 dal maestro Vincenzo da Castua), alla chiesa di Beata Vergine delle lastre.

 

 Il Castelliere di Vermo non è stato accuratamente studiato, ma comunque osservandone la posizione, sono ancora oggi ben visibili tutti gli elementi costruttivi, che permettono di intuire l'immagine del precedente aspetto. Varie trasformazioni sui terreni agricoli, e successivi lavori sul versante meridionale della collina, hanno però in parte cancellato le tracce del castelliere nella sua disposizione originale. Questi possono essere notati solo durante una visita diretta sul sito, ma con molta attenzione. L'ingresso alla parte più antica del castelliere (fase I) è ancora oggi utilizzato dai residenti come porta ausiliaria, ed è chiamato dai residenti PORTA PICCOLA (Mala Vrata).  L'altopiano superiore, a 320 m sul livello del mare, rappresenta ora il centro del villaggio ed è occupato da una piazza posta al davanti della chiesa parrocchiale. La vita in questo villaggio è sempre stata senza soluzioni di continuo nel tempo, dall’originale castelliere alla dominazione romana, dall'arrivo degli Slavi-Croati che durante il regno dei Franchi fino al periodo del Ducato bavarese, e via fino al tempo odierno, e non vi è mai stato un momento nel quale l’insediamento sia stato abbandonato.

 

 

 

 Figura 2    Ricostruzione di castelliere di Vermo (preparato da J. Drempetić)

 

 

 Il castelliere preistorico é situato su una collina che domina la valle che è la prosecuzione di quella di Leme e di Antignana, e termina verso la baia di Leme.  C’è anche un nesso evidente tra il Castelliere di Vermo, quelli simili, situati all'interno del bacino del fiordo del canale di Leme, e gli altri territori raggiungibili attraverso il mare. Indubbiamente sono i legami commerciali stabiliti fra il castelliere con i paesi marittimi, come è evidenziato con l’askos di Daunija, del VII° secolo a.C., trovato nella necropoli di Vermo, che hanno maggiore importanza. Si può anche supporre che la valle di Vermo era abitata sin dall'Età della pietra. In ogni caso, Vermo era una tappa importante per gli antichi abitanti dell'Istria.

 

 Nell'inverno 1882/83. l’archeologo Marchesetti ricevette a Trieste un'urna da Vermo, scoperta casualmente durante lavori per la trasformazione di alcuni terreni agricoli in giardino. Da questo punto inizia l’interesse archeologico per questo piccolo villaggio istriano. Già nel mese d’aprile del 1883 Marchesetti va a Vermo per iniziare degli scavi, ritrovando almeno 25 urne, poi asportate dal loro scopritore e alle quali Marchesetti dedicò un breve articolo. A lui seguirono altri due archeologi che continuarono la ricerca: Karl Moser e il dottor Andrea Amoroso. Ma alla fine del 1883 si concluse il lavoro sulla necropoli di Vermo.

 

 Da allora nessuno ha più completato le indagini e non c'è più stato alcun tentativo di ripulire la zona posta sotto le pendici meridionali della collina di Vermo, in modo che i resti del castelliere diventassero più accessibili e fossero più ampiamente documentati.

 

 Amoroso pubblicò a suo tempo un documento sui risultati. Solo lui ha affrontato la questione della posizione delle mura, o meglio i limiti, del castelliere, però, non è giunto alla conclusione di com’era disposto il castelliere e dove si trovano le necropoli. Egli ha descritto due possibili varianti:

1- una possibile localizzazione era disposta fuori dal centro d’insediamento se i muri erano  solo due oppure

2- la zona compresa tra il secondo e il terzo muro.

 

 Nell’ultimi anni, lo storico B. Lonza concluse che la necropoli di Vermo si trovava tra il secondo ed il terzo muro (rispetto all'esempio di Pizzughi vicino Parenzo), ma non dà nessuna prova di questa affermazione.

 

 

 Figura 3   Alcuni reperti archeologici provenienti dalla necropoli di Vermo

(1  un'urna in ceramica; 2  idolo in forma di uccello, come quelli trovati a Troia; 3  askos da daunia; 4  cavallo di bronzo di lunghezza 41 millimetri;  5  un'urna in ceramica)

 

 

La Concessione dell’anno 911 d.C.

Nell'anno 911 d.C. Re Berengario I° dona alla diocesi di Trieste i “castelli/torri” (superiore e inferiore) di Vermo posta vicino alla città di Pisino. Gli storici hanno avuto diverse opinioni riguardo questo episodio, da Kandler (Autore di Codice Diplomatico Istriano), Carlo De Franceschi, Benussi, a Corbanese, autore della storia più recente della parte nord-orientale d'Italia, ma tutti credono che si tratti di Vermo posto vicino a Pisino.

 

 I documenti che abbiamo analizzato, le mappe catastali (la più antica e disponibile dall’anno 1872 ed è conservata a Pisino, ed é la copia di quella più antica risalente al 1820), i libri catastali, i nomi e numeri delle particelle, i vecchi sentieri che i residenti di Vermo usano ancora oggi, si avviciniamo moltissimo a luoghi della possibile "torre" di cui si parla nella Concesione del 911 d.C.

 

 Sono le tre le possibilità di scelta per la posizione:

I    la posizione vicino alla chiesa della Beata Vergine delle lastre dove la particella portava il  nome di Burger (dal tedesco “burg”) e che si trova a quota 350 m s.l.m.;

II   sulla collina da cui abitanti del villaggio riuscivano a controllare lo sviluppo delle  colture nella valle e dove era possibile la comunicazione visiva con una serie d’insediamenti sulle colline lontane. Questo picco, che i residenti chiamano Purgar, si trova a quota 460 m s.l.m.;

III    oppure a quota 438,8 m s.l.m. dove le particelle si chiamano ancora Purgar o sotto il Purgar.

 

Lo sviluppo dell’insediamento entro la fine del  XVI° secolo

Nella seconda metà del XII° secolo Vermo appartiene già alla Contea di Pisino e al conte Mainard. Dopo la divisione dei beni tra l'imperatore Carlo V° e suo fratello, l'arciduca Ferdinando, il feudo di Pisino formalmente divenne parte dei paesi associati di Carniola. La Contea di Pisino è un termine politico-geografico che copre l'intero territorio della parte austriaca dell'Istria. In questo periodo all'interno del castelliere di prima fase, nella porzione più elevata, venne costruito un castello con annessa una torre (probabilmente venne utilizzata la torre preesistente menzionata nel X° sec.). Castello venne devastato per la prima volta nel 1344, e dopo la ristrutturazione fu costruita anche la chiesa originaria di San Martino nel 1431, posta entro le mura di castello.

 

 Il primo documento superstite reperibile, scritto a nome di Urbario, è del 1498. In esso viene citata la popolazione di Vermo e dei loro obblighi verso la nobiltà. Quella volta nel paese vivevano 62 famiglie. Dopo l'anno 1570 a Vermo migrarono dei rifugiati dai “paesi turchi" (paesi invasi dagli ottomani) e il numero delle famiglie crebbe fino 148. Poi questa piccola città ha iniziato uno sviluppo intensivo, rinnovano le fortificazioni, e ottiene il titolo onorifico di "stättl" nella Contea di Pisino. In un nuovo Urbario pronunciato del 9 Marzo 1578, classifica e impone la denominazione dei luoghi ancora oggi riconoscibili, ed anche il nome degli edifici religiosi, mentre i cognomi dei cittadini iscritti nella lista sono ancora presenti fino ad oggi.

 

 

 

Figura 4    Vermo alla fine di XVI˚ sec. (preparato da J. Drempetić)

 A  fortificazione (dall’anno 1578. “Stättl”); 1 l'ingresso principale della “Porta grande”; B  castello (a-torre, b-San Martino); 2   l'ingresso  ausiliario della “Porta picola”; K  torre di difesa; 3   loggia davanti all'ingresso; 4   chiesetta fuori le mura

 

 

Insediamento durante il XVII° secolo

 Vermo raggiunse il suo massimo sviluppo all'inizio del XVII° secolo per quanto riguarda l'importanza sia nelle dimensioni che come numero di popolazione. Ma la guerra fra Venezia e Austria, la cosiddetta “Guerra degli Uscocchi” svoltasi in Istria dal 1612 al 1618, provocò un grande cambiamento. Lo sviluppo edilizio venne interrotto e subentrò un lungo periodo di devastazione dell'abitato. Dopo la conclusione di questa guerra con la pace di Madrid del 1617, i residenti di Vermo furono costretti ad abbattere le mura difensive e le torri.

Negli anni Ottanta del XVII° secolo, baróne J. W. Valvasor (soldato, storico, topografo, etnografo e scrittore di viaggi) con suoi disegni registrò la situazione attuale nello spazio intorno a Vermo.

 

 

 

Figura 5    Veduta di Vermo – stampa tratta dal J.W.Valvasor, anno 1689.

 

 

 Nonostante un lento sviluppo sulla lunga durata, residua la struttura sociale originaria, e nonostante la stagnazione economica e i molti cali demografici, Vermo  gradualmente ha seguito le tappe della storia istriana, e vissuto gli alti e bassi dei movimenti sociali nella vita politica.

 

 Sul lungo periodo Vermo ha conservato anche le prove dello sviluppo architettonico dal secolo VIII° a.C. ad oggi. Particolare pregio è il fatto che la struttura originaria di castelliere divenne la base dello sviluppo complessivo del paese. L'attività artistica, fino all'inizio del XVII° secolo era ad un livello molto alto, quindi ancora oggi possiamo dire che Vermo è interamente monumento architettonico ed un museo a cielo aperto. Si tratta di un importante sito archeologico per l’Istria, ma anche per la storia europea.

 

 Jadranka Drempetić – 9 febbraio 2012

 

 

 


 

Login Form

Partners




Powered by Joomla!®. Designed by: joomla 1.7 templates hosting Valid XHTML and CSS.

Copyright © 2024 SB Research Group. Tutti i diritti riservati.
Joomla! è un software libero rilasciato sotto licenza GNU/GPL.